Future Talks - Giorgio Spanevello

Future Talks con Giorgio Spanevello, Direttore Generale ITS Academy Meccatronico Veneto

Quinto appuntamento per la rubrica Future Talks che ha lo scopo di guidare i giovani nella scelta del loro percorso formativo.

Data:

30 Agosto 2023

Tempo di lettura:

3 min

Quinto appuntamento per la rubrica Future Talks che ha lo scopo di guidare i giovani nella scelta del loro percorso formativo.

Per la prima volta in questa rubrica ospitiamo un esponente di rilievo del mondo ITS per focalizzare gli importanti vantaggi di questa offerta formativa. L’obiettivo è quello di aiutare le ragazze e i ragazzi che oggi si trovano davanti alla scelta fondamentale di quale percorso intraprendere ad orientarsi verso gli indirizzi per loro più adatti degli ITS Academy. 

Per quest​a intervista abbiamo​ ​incontrato​ Giorgio Spanevello, Direttore Generale ITS Academy Meccatronico Veneto. 

Guardando indietro alla Sua storia professionale, quale scelta è stata per Lei importante nell’indirizzare il Suo percorso di carriera? Se c’è stato un momento che ha avuto maggior peso, ce lo racconta? 

La scelta più importante è stata quella di fare Ingegneria Meccanica dopo il liceo scientifico. Scelta non supportata sufficientemente da un orientamento fatto come si deve. Per questo motivo la mia decisione è stata influenzata dalla grande passione di mio padre per la meccanica. Passione condivisa soprattutto per quanto riguardava le auto da corsa; infatti, mi vedevo bene come ingegnere meccanico nel settore automotive. Purtroppo, rispetto all’idea che mi ero fatto di quel percorso, mi sono ritrovato a studiare un sacco di teoria e per tutto il tempo non ho visto un bullone nemmeno da lontano. Di sicuro mi aspettavo qualcosa di diverso, però non mi sono pentito del percorso fatto perché mi ha aperto molte strade. Il non essermi mai lasciato andare allo sconforto e l’aver sfruttato le opportunità che mi sono trovato davanti mi ha poi portato dove sono ora.  

Quali sono, secondo Lei, le caratteristiche del mondo del lavoro di oggi di cui le ragazze e i ragazzi devono avere consapevolezza? 

In questi anni ho maturato una serie di convinzioni, tra le quali che si stia andando verso una scuola superiore di 4 anni, meno specializzata, e basata principalmente sulle competenze di base. Per questo sarà sempre più difficile rispetto a prima poter dire dopo la scuola secondaria, anche quella tecnica, “vado a lavorare”, perché dal mondo del lavoro provengono richieste sempre maggiori di competenze. Nella situazione attuale la scelta può essere tra la continuazione degli studi con un percorso universitario classico oppure la possibilità di lavorare formandosi, attraverso un apprendistato di terzo livello in un ITS, ad esempio. In questo modo si può avere un contratto di lavoro e parallelamente partecipare ad un percorso che ti faccia crescere e acquisire nuove competenze. 

Da qualche anno l’offerta formativa post-diploma si è arricchita con l’introduzione delle ITS Academy, per rispondere all’elevata domanda delle imprese di competenze tecniche e tecnologiche. Perché una ragazza o un ragazzo dovrebbe scegliere di seguire un percorso formativo di questo tipo? 

Perché sono delle scuole che possiamo definire a sistema misto. Da una parte si ha la garanzia di un’alta qualità di servizio che viene erogata con un sistema formativo istituzionale, ma dall’altra abbiamo una formazione che invece viene erogata direttamente dall’azienda, il che è un vantaggio sia per lo studente che per l’azienda stessa. Un connubio che va a creare delle condizioni per cui si riescono a fornire delle competenze molto più spendibili e “responsive” rispetto alle necessità derivate dall’incarico che si deve portare a termine.  

Dirigenti scolastici e docenti dei licei spesso ritengono che non possa esservi collegamento di percorso tra questi e gli ITS Academy. Secondo Lei, questa prospettiva è corretta o è sintomo di una barriera culturale che va gradualmente abbattuta? 

Nell’istruzione secondaria ci sono sostanzialmente due tipi di percorsi di studio: quelli umanistico-scientifici e quelli tecnici. Io non penso che esista una formazione migliore tout court tra i due, dipende da tanti fattori e dal punto di arrivo che ci si prefigge. Poi ci sono tante storie di percorsi iniziati in un modo e terminati in un altro. Per cui riassumendo non vedo assolutamente nessun problema nell’avere una formazione di tipo liceale che vada poi a perfezionarsi attraverso un percorso all’interno di un ITS. L’importante è che venga sempre dato il giusto valore alle cose e che tutti i giovani possano essere formati come donne e uomini attraverso un sistema educativo di qualità. 

Quale consiglio darebbe a chi vorrebbe mettersi in proprio e creare una propria impresa? 

Il mio consiglio è di non fermarsi a pensare solo a ciò che riserverà il “prossimo” futuro, ma cercare di guardare il più possibile “a lungo termine”. Che vuol dire cercare delle strade e dei percorsi che possano dare diverse opportunità. Ovviamente, l’importante è che ciò che si sceglie sia qualcosa che “interessi”, perché, alla fine, se una carriera diventa di successo è perché alla base c’è la spinta data dalla passione e dalla motivazione. E in ultima analisi non smettere mai di studiare e di imparare, perché questo è un mondo in continua evoluzione per cui la cosa importante è mettersi d’impegno e continuare a crescere.  

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